I protagonisti di Mondo Costa: Angelica Tibè si racconta!
08-12-2018 08:44 - Basket Costa

Angelica, una stagione che è partita con il piede giusto. "Siamo partite senza avere grosse aspettative, visto che abbiamo rinnovato un po' la squadra in estate. Dopo la vittoria della Coppa Lombardia siamo diventate un buon gruppo sia in campo che fuori. Abbiamo perso contro Udine, però, per il resto stiamo andando bene. Lo staff sta facendo un lavoro pazzesco ed è anche grazie a loro se stiamo vincendo".
Sarà fondamentale anche il tuo contributo sotto canestro, anche se te nasci come ala, vero? "Sì, inizialmente quello era il mio ruolo. Da quando ho iniziato a giocare in prima squadra mi hanno spostato sotto canestro: è quando sono arrivata a Costa, però, grazie al lavoro che si fa anche alla mattina, che ho trovato davvero la mia dimensione interna. Adesso, invece, sto lavorando per ritrovare il gioco da esterna, soprattutto sul mio tiro".
Basket femminile e visibilità, un bel problema vero? "L'Italia è uno di quei paesi dove esiste quasi solamente il calcio. Ci vorrebbe un impossibile e utopistico cambio di cultura già solo per aumentare la visibilità del basket femminile, figuriamoci per avere la stessa considerazione di quello maschile".
Fonte: Ufficio Stampa
Si vince grazie al gruppo, dove ognuna porta il suo mattoncino, te compresa. "Sì, è vero: la compattezza è uno dei nostri punti di forza. Dal punto di vista personale, da quando sono arrivata a Costa sono cresciuta davvero tanto, anche se c'è tanto ancora da migliorare". Ad esempio? "L'aspetto su cui ho trovato sempre tante difficoltà è a livello mentale" - Senti la pressione? "Sì,. l'ho sempre avvertita un po' troppo. Quest'anno, però, sto raccogliendo i frutti delle prime due stagioni a Costa: riesco ad entrare in campo con maggiore tranquillità, senza particolari paure, ma con maggiore fiducia e sicurezza".
A proposito, vi aspetta un trittico molto importante: oggi il derby con Varese, poi Bolzano in casa e, prima di Natale, Villafranca in trasferta. "A Varese il rischio maggiore è quello di prendere la trasferta sottogamba. Con Bolzano, quando abbiamo giocato in trasferta, abbiamo sempre faticato ed è una squadra imprevedibile: sarà più difficile, per me, anche rispetto alla trasferta con Alpo. Se Villafranca è una squadra più simile alla nostra, le bolzanine, invece, sono più fisiche e un po' meno tecniche e potrebbero crearci parecchi grattacapi".

Il primo obiettivo, ora, è la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia. "Siamo in cinque a giocarcela e fortunatamente abbiamo già incontrato Crema e Moncalieri. Non mi aspettavo un girone d'andata del genere da parte di quest'ultima, anche se sapevo che stavano costruendo un'ottima squadra. La Coppa Italia, comunque, è sempre un tabù, perché ogni anno non vince mai chi arriva prima o seconda nel proprio girone. L'anno scorso noi e Geas eravamo le favorite, poi ha vinto Crema che era arrivata quarta. L'anno prima, quando abbiamo vinto noi, siamo arrivate quarte nel girone e qualificate per il rotto della cuffia". Adesso, quindi, farete di tutto per arrivare quarte? "Assolutamente no (ride), voglio vincerle tutte".
Nel girone sud, invece, quali squadre saranno da temere? "Campobasso su tutte, con Marangoni e Porcu, visto che ha un roster molto profondo e somiglia, per caratteristiche, a noi e ad Alpo".
Dalla A2 facciamo un lungo salto verso il minibasket: come sta andando il tuo percorso da istruttrice? "Ho iniziato l'anno scorso e non sapevo cosa aspettarmi: vado pazza per i bambini, ma non mi sono mai messa nell'ottica di essere educatrice. Quest'anno ho un gruppo nuovo, con tutti i bimbi alle prime armi e riesco a trasmettere tutta la mia passione per il basket. Adesso vedo anche qualche miglioramento, con i bimbi che stanno entrando nell'ottica di fare uno sport vero e proprio, evitando di pensare che sia solo un allenamento".
Vorresti continuare ad allenare anche ad alti livelli? "Mi piace tantissimo stare a Costa e mi piacerebbe continuare ad allenare, fermandomi però, al minibasket: preferisco rimanere in un ambito caratterizzato da un approccio più mirato al gioco e al divertimento".
Ogni giocatrice, parallelamente agli sforzi sul parquet e in allenamento, deve costruirsi anche una carriera professionale. Tu a che punto sei? "Sto studiando Scienze del Turismo perché è il settore in cui mi piacerebbe lavorare. Dopo la laurea mi piacerebbe fare un'esperienza in qualche hotel all'estero (magari a New York), o comunque, in un ambito che mi permetta di stare a contatto con le persone".
Quindi, se potessi coniugare viaggi e pallacanestro... "Sarebbe la combinazione perfetta, il sogno della mia vita: amo giocare a basket, anche se non l'ho mai fatto per diventare qualcuno".
Vorresti dire che anche d'estate, comunque, non riesci mai a staccare? "Esatto, mi sono innamorata del Torneo di Binzago, che ha squadre miste: quest'estate il mio team è arrivato fino alla finale per il 3/4° posto". Una soddisfazione utile anche per abbattere qualche luogo comune, dai. "Già: ai maschi che pensano che il basket femminile sia poco interessante, questo torneo misto mi ha dato la possibilità di dimostrare il valore delle donne anche in questo sport".
Il basket al centro di tutto, quindi? "La mia vita a Costa è suddivisa tra palestra e università. Certo, ci vuole qualche sacrificio: se dovessi tornare indietro, però, rifarei tutto, visto che mi hanno permesso di fare una cosa che amo alla follia, giocare a pallacanestro".
Questo grande amore, quando è nato? "La scintilla con il basket è scoccata in seconda media, vedendo all'opera mio fratello e dopo aver provato qualsiasi disciplina possibile e immaginabile. Da lì è iniziato il percorso nelle giovanili tra Geas, Como, Biassono e Sanga".

A proposito, a Costa c'è una figura maschile ad allenarvi: che rapporto hai con coach Pirola? "È un bravissimo allenatore, sa il fatto suo e come tirar fuori il meglio da ogni giocatrice: insieme a Pier formano una guida perfetta. In campo, ora, ho capito quello che si aspetta da me e cerco di garantire sempre il mio apporto, ben sapendo che lo step da fare è spesso, come detto, a livello mentale".
Possiamo dire che contro Sanga hai fatto la tua miglior prestazione stagionale? "Verissimo, stessa cosa anche nella scorsa stagione: sono la mia "preda" preferita (ride)".
Il salto di qualità a livello psicologico passa inevitabilmente anche dagli esempi delle compagne. "Appena arrivata a Costa ero ancora in quella fase un po' "farfallona": grazie alle senior che erano qui, come Giulia, Vale e Michi, sono riuscita a fare mia una mentalità migliore. Abbiamo tutte un bel rapporto e siamo un bel gruppo, c'è complicità tra le giovani e quelle un po' più grandicelle. Emerge in tutta la sua unicità la mentalità di Costa, che non ti permette di essere una primadonna fuori dal campo. Sono poche le società che lavorano in questo modo con le giovani, garantendo allo stesso un ambiente familiare e vero che è difficile ritrovare da qualche altra parte".
Angelica, dopo una dichiarazione d'amore così bella per Costa, fissiamo gli obiettivi stagionali. "Arrivare tra le prime quattro in Coppa Italia e poi ai playoff".
Fonte: Ufficio Stampa
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